Le raccontai come don Juan mi aveva fatto capire che cosa lui intendesse per impeccabilità.
Un giorno, stavamo camminando in fondo ad un burrone quando un masso si stacco dalla parete e precipitò a una ventina di passi da noi. Era un macigno enorme. Don Juan colse il pretesto per impartirmi una lezione. Disse che la forza che governa i nostri destini è esterna a noi e non ha nulla a che fare con la nostra volontà. Talvolta quella forza può farci fermare per allacciare una scarpa, come avevo fatto io per l'appunto, poco prima che il macigno cadesse. Facendoci fermare, quella forza ci fa guadagnare un momento prezioso. Se noi avessimo seguitato a camminare, il macigno ci avrebbe sfracellati. Un altro giorno però, in un altro burrone, quella stessa forza esterna potrebbe farci fermare un momento per allacciarci una scarpa, mentre un altro macigno ci stacca dalla parete proprio sopra di noi. Facendoci fermare, quella forza ci farebbe perdere un momento prezioso. Questa seconda volta, se avessimo seguitato a camminare ci saremmo salvati.
Don Juan diceva che data l'impossibilità di controllare le forze che decidono del mio destino, la mia unica possibile libertà, in quel burrone, consisteva nell'allacciarmi le scarpe impeccabilmente.
(Carlos Castaneda, Il secondo anello del potere)