La conoscenza di sé è l'inizio della saggezza e,
dunque, l'inizio della trasformazione o rigenerazione.
Per comprendere se stessi ci deve essere l'intenzione di comprendere - ed è
lì che insorgono le prime difficoltà.
Benché la maggior parte di noi sia scontenta, pur
desiderando produrre un cambiamento improvviso, ci limitiamo a incanalare lo
scontento per conseguire un certo risultato; spinti dall'insoddisfazione, ci
cerchiamo un altro lavoro, o semplicemente ci pieghiamo alle pressioni
dell'ambiente circostante. Invece di infiammare le nostre menti, spingendoci
così a mettere in discussione la vita, l'intero processo dell'esistenza, lo
scontento viene incanalato, e di conseguenza diventiamo mediocri, perdiamo
quella intensità, quell'impulso a scoprire l'intero significato
dell'esistenza.
Perciò è importante scoprire queste cose autonomamente, perché
l'autoconoscenza non può essere trasmessa da altri, non si trova in alcun
libro. Dobbiamo scoprire, e perché ci sia scoperta, deve esserci
l'intenzione, la ricerca, l'esplorazione. Fin quando quell'intenzione di
scoprire, di investigare in profondità, è debole o inesistente, le
dichiarazioni di principio o il desiderio casuale di conoscere se stessi non
valgono un gran che.
(J.K.)