sabato 29 dicembre 2012
Consapevolezza
Non esiste vita senza relazione; comprendere questa relazione non significa isolamento. Al contrario richiede pieno riconoscimento e totale consapevolezza del globale processo della relazione.
Come si fa ad essere consapevoli? Come siamo consapevoli di qualcosa? Come sei consapevole della relazione con una persona? Come sei consapevole degli alberi, del richiamo di un uccello? Come fai ad essere consapevole delle tue reazioni quando leggi un giornale? Siamo coscienti delle risposte superficiali della mente quanto delle reazioni profonde?
Come siamo consapevoli di qualcosa? In primo luogo siamo consapevoli (non lo siamo forse?) di una reazione ad uno stimolo, e questo è un fatto evidente; vedo qualcosa di bello e c'è una risposta, quindi una sensazione, contatto identificazione e desiderio. Questo e il processo ordinario, non è vero?
Possiamo osservare quello che accade nel momento senza studiare dei libri per farlo.
Così è attraverso l'identificazione che abbiamo piacere e dolore. La nostra "abilità" consiste in questa preoccupazione di cercare il piacere e di evitare il dolore, non trovate?
Se sei interessato a qualcosa, ti da piacere ne nasce subito una "capacità" immediata, c'è la consapevolezza istantanea di quel fatto, e se si tratta di qualcosa di doloroso quella capacità consiste nel sapere com'evitarlo.
Così sino a che cerchiamo un'"abilità" per comprendere noi stessi siamo destinati a fallire, perché la comprensione di noi stessi non dipende da questa "capacità". Non si tratta di una tecnica che sviluppi, coltivi e accresci con il tempo, attraverso un costante affinamento. Questa coscienza di sé si può ottenere solo nell'atto della relazione; può essere sentita nel modo in cui in cui parliamo e in cui ci comportiamo.
Guardati senza nessuna identificazione, senza alcun confronto, senza alcuna condanna, guarda soltanto e noterai che accade una cosa straordinaria. Non solo poni fine ad un'attività inconscia - la maggior parte delle nostre attività sono inconsce - non solo metti fine a ciò, ma sei anche consapevole delle motivazioni della tua azione, senza indagare e senza scavare.
(J. Krishnamurti)
venerdì 28 dicembre 2012
Noi siamo il mondo
Il mondo è il nostro rapporto con gli altri, non qualcosa di separato da voi e me; il mondo, la società, è il rapporto che stabiliamo o cerchiamo di stabilire fra ciascuno di noi.
Dunque, il problema siamo voi e io, e non il mondo, perché il mondo non è altro che la proiezione di noi stessi e comprendere il mondo vuol dire comprendere noi stessi.
Il mondo non è separato da noi; noi siamo il mondo, e i nostri problemi sono i problemi del mondo.
(La conoscenza di sé, Krishnamurti)
Dunque, il problema siamo voi e io, e non il mondo, perché il mondo non è altro che la proiezione di noi stessi e comprendere il mondo vuol dire comprendere noi stessi.
Il mondo non è separato da noi; noi siamo il mondo, e i nostri problemi sono i problemi del mondo.
(La conoscenza di sé, Krishnamurti)
giovedì 27 dicembre 2012
Ricorda
Ricorda: non puoi abbandonare ciò che non conosci. Per andare oltre te stesso devi conoscerti.
(Io sono Quello, Sri N. Maharaj)
(Io sono Quello, Sri N. Maharaj)
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