sabato 14 luglio 2012

LE TRASFORMAZIONI DEL TAO


Il Tao generò l'Uno,
l'Uno generò il Due,
il Due generò il Tre,
il Tre generò le diecimila creature.
Le creature voltano le spalle allo yin
e volgono il volto allo yang,
il ch'i infuso le rende armoniose.
Ciò che l'uomo detesta
è d'essere orfano, scarso di virtù, incapace,
eppur sovrani e duchi se ne fanno appellativi.
Perciò tra le creature
taluna diminuendosi s'accresce,
taluna accrescendosi si diminuisce.
Ciò che gli altri insegnano
anch'io l'insegno:
quelli che fan violenza non muoiono di morte
naturale.
Di questo farò l'avvio del mio insegnamento.



(TAO TE CHING)

venerdì 13 luglio 2012

C’è una sola rivoluzione fondamentale.

C’è una sola rivoluzione fondamentale. Questa rivoluzione avvie­ne quando il bisogno di usare l’altro cessa. Questa trasformazione non è un’astrazione, qualcosa di soltanto auspicabile, ma una realtà che è possibile sperimentare iniziando a comprendere i nostri rapporti. Questa rivoluzione radicale si può chiamare amore, ed è l’unico fattore creativo capace di produrre una trasformazione in noi stessi e quindi nella società.


(Colombo, 22 gennaio 1950 – Discorso radiofonico, Sul rapporto, J.Krishnamurti)

giovedì 12 luglio 2012

L’importante non è come agire

Nel processo di comprensione di voi stessi, non in isolamento ma dal rapporto, scoprirete che c’è una profonda, durevole trasformazione in cui l’uso dell’altro come mezzo per raggiungere la vostra personale gratificazione psicologica è giunto alla fine. 


L’importante non è come agire, che modello seguire, o quale sia l’ideologia mi­gliore, ma la comprensione del vostro rapporto con l’altro. Questa comprensione è l’unica rivoluzione, non la rivoluzione basata su un’idea. 


(Colombo, 22 gennaio 1950 – Discorso radiofonico, Sul rapporto, J.Krishnamurti)

mercoledì 11 luglio 2012

Sul bisogno reciproco

Il rapporto fondato sul bisogno reciproco crea soltanto conflitto. 


Benché siamo reciprocamente interdipendenti, ci usiamo reciprocamente per uno scopo, per un fine. Con uno scopo in vista, non può esserci rapporto. 


Voi usate me, e io uso voi. In questo uso reciproco, perdiamo il contatto. 


Una società basata sull’uso reciproco è il fondamento della violenza. 
Quando usiamo l’altro, abbiamo in mente solo lo scopo da raggiungere. 
Lo scopo, l’obiettivo, impedisce il rapporto, la comunione. 


Nell'uso dell’altro, per quanto gratificante e soddisfacente possa essere, c’è sempre paura. 
Cerchiamo scampo dalla paura nel possesso. 
Dal possesso sorgono invidia, sospetto e continuo conflitto. 
Un tale rapporto non darà mai la felicità.


(Colombo, 22 gennaio 1950 – Discorso radiofonico, Sul rapporto, J.Krishnamurti)

martedì 10 luglio 2012

Il rapporto è la sfida della vita quotidiana.

Non è quindi importante vedere il nuovo, ma rimuovere il vecchio. 
Quando la risposta è adeguata alla sfida, solo allora non c’è conflitto o problema. Dobbiamo impararlo nella nostra vita quotidiana, e non dai giornali.



Il rapporto è la sfida della vita quotidiana. 



(Colombo, 22 gennaio 1950 – Discorso radiofonico)

lunedì 9 luglio 2012

Così c’è conflitto tra ciò che è e l’esperienza di ciò che è già stato. 


Il passato, che è conoscenza, è sempre in conflitto con il fatto, che è sempre nel presente. Così non si risolverà il problema, ma si perpetueranno le condizioni che hanno creato il problema.


Il rapporto è il nostro problema, non su un unico livello, ma su tutti i livelli della nostra esistenza. È l’unico problema che abbiamo. 
Per comprendere il rapporto, dobbiamo affrontarlo liberi da ogni ideologia, da qualunque pregiudizio, non solo dai pregiudizi delle persone incolte, ma anche dal pregiudizio della conoscenza. 
Non è possibile comprendere il problema mediante l’esperienza passata. 
Ogni problema è nuovo. Non esiste un problema vecchio. 
Quando affrontiamo un problema, che è sempre nuovo, con un’idea che è inevitabilmente il frutto del passato, anche la nostra risposta appar­tiene al passato, il che impedisce la comprensione del problema.


(Colombo, 22 gennaio 1950 – Discorso radiofonico, Sul rapporto, J.Krishnamurti)

domenica 8 luglio 2012

E' essenziale comprendere il significato del rapporto nella vita quotidiana

Se usate un altro per i vo­stri bisogni, fisici o psicologici, non c’è nessun reale rapporto, non avete nessun reale contatto con l’altro, nessuna comunione con l’al­tro. 
Come potreste essere in comunione con l’altro, se l’altro viene usato come un oggetto d’arredamento, per il vostro vantaggio e co­modità? 


Perciò è essenziale comprendere il significato del rapporto nella vita quotidiana.


(Colombo, 22 gennaio 1950 – Discorso radiofonico, Sul rapporto, J.Krishnamurti)