sabato 4 febbraio 2012

L'arte della guerra (II)

1. Sun Tzu Disse:

In guerra quando ci sono sul campo mille carri veloci e altrettanti carri pesanti e centomila soldati con provvigioni sufficienti per trasportarli a mille li, le spese in patria e al fronte, incluso il loro intrattenimento, le piccole cose come la colla, e i pigmenti per dipingere, e le somme per le spese dei carri e le armature, ammonteranno a mille once d'argento al giorno. Questo è il costo da sostenere per gestire un esercito di centomila uomini.

4. Ora, quando le tue armi saranno spuntate, il tuo ardore caduto, la tua forza esaurita e il tuo tesoro speso, altri comandanti spunteranno per cercare di avvantaggiarsi della situazione. Allora nessun uomo per quanto saggio, sarà capace di evitare l'inevitabile.

6. Non c'è nessun esempio di paese che abbia tratto benefici effetti da una prolungata conduzione delle operazioni militari.

15. Un saggio comandante si premura di trovare rifornimenti sul campo nemico.

19. In guerra, dunque fa sì che il tuo primo obiettivo sia la vittoria, non le lunghe campagne.

giovedì 2 febbraio 2012

L'arte della guerra (I)

1. Sun Tzu disse: 
l'arte della guerra è di vitale importanza per lo stato.


2. E' una questione di vita o di morte, una scelta che può condurre alla salvezza o alla rovina. 
Perciò si tratta di un argomento di indagine che in nessun caso può essere trascurato.

3. L'arte della guerra, poi, si regge su cinque imprenscindibili fattori i quali devono essere tenuti in considerazione nello proprie decisioni quando si cerca di determinare le condizioni prevalenti sul campo.

4. Essi sono: (a) La Legge Morale; (b) Il Cielo; (c) La Terra; (d) Il Comando; (e) Metodo e Disciplina.

10. Questi cinque punti dovrebbero essere familiari a ogni generale: colui che li conosce sarà vittorioso; colui che non li conosce fallirà.

16.Uno dovrebbe modificare i propri piani secondo che le circostanze siano favorevoli o meno.

17, La condotta della guerra si basa sull'inganno.

18.Pertanto, quando siamo in grado di attaccare, dobbiamo sembrare non esserlo; quando muoviamo le nostre truppe, dobbiamo sembrare inattivi; quando siamo vicini, dobbiamo fare in modo che il nemico ci creda molto lontani, e, quando siamo molto lontani, dobbiamo fargli credere che siamo molto vicini.

25. Il generale vincitore, prima che venga combattuta una battaglia, fa molte riflessioni nella sua tenda. Il generale che perde la battaglia non fa che pochi calcoli in anticipo.

domenica 29 gennaio 2012

Morte

In principio qui non vi era proprio nulla. Questo era avvolto solo dalla Morte, dalla Fame: infatti la fame è morte.
Essa allora concepì quella che era la mente pensando: "che io abbia una mente". Così pregando cominciò a muoversi. Da Quello che pregava nacquero le acque.
[Così la Morte pensò:]"Invero da parte mia si prega, e ne è scaturita la beatitudine."
Quella stessa natura di "arka" appartiene al sole. Invero certamente la felicità va a colui che sa perchè il fuoco solare si chiama "arka".



Essa desiderò: "Che da me nasca un secondo essere!"
essa la Morte-Fame, compì l'unione della parola con la mente.
Ciò che era il seme divenne l'anno (Viraj). Infatti prima non esisteva l'anno.
Essa resto gravida di lui per tutto quel tempo, finchè trascorso quel periodo, creò l'anno.
essa allora spalancò la bocca per divorarlo, ma quello fece "bhan!" così divenne la parola.
Essa considerò: "Se io lo divoro, farei un misero pasto". Con questa parola e con questa mente, essa manifestò tutto ciò che è: il Rg, lo Yajur, il Sama, i metri poetici, i sacrifici, gli uomini e gli animali. E tutto ciò che essa andava creando, ciò stesso divorava. Essa invero divora tutto: e poichè divora essa è chiamata Aditi. Colui che conosce la natura di divoratore di Aditi, costui diviene il divoratore di tutto questo, per lui tutto diviene cibo.



(Da Upanishad, Primo Adhyaya, Secondo Brahmana)