Disse che gli antichi veggenti affrontando incalcolabili pericoli avevano visto la forza indescrivibile che sta all'origine di tutti gli essere coscienti. La chiamarono l'Aquila perchè, a una prima occhiata, la videro come qualcosa che rassomigliava ad un'aquila, nera e bianca, di dimensione infinita.
Essi videro che è l'Aquila che concede la consapevolezza. L'Aquila crea esseri coscienti perchè vivano e arricchiscano la consapevolezza data lorO dalla vita. Videro anche che è l'Aquila a divorare la stessa consapevolezza, arricchita dalle esperienze della vita, dopo che gli esseri coscienti l'abbandonano al momento della morte. (...) Videro che la consapevolezza si separa dagli esseri coscienti e si allontana volando al momento della morte. Allora galleggia come un luminoso fiocco di bambagia proprio fin nel becco dell'Aquila, per essere consumato. Per gli antichi veggenti questa era l'evidenza che gli esseri coscienti vivono solo per arricchire la consapevolezza. cioè il cibo dell'Aquila."
(Il fuoco dal profondo, C. Castaneda)