martedì 1 novembre 2011

Viaggi nell'ignoto

In quei momenti mi diceva sempre che conoscere qualcosa solo intuitivamente non ha significato.
I lampi d’intuizione devono essere trasformati in un pensiero coerente, altrimenti sono senza scopo. Paragonava un lampo d’intuizione a visioni di fenomeni inesplicabili. Entrambi svaniscono tanto rapidamente quanto sono comparsi
Se i lampi non sono costantemente rinforzati, subentrano il dubbi o la dimenticanza, poiché la mente è stata condizionata ad essere pratica e ad accettare soltanto ciò che è verificabile e quantificabile.
Spiegò che gli stregoni sono uomini di conoscenza più che di ragione. Come tali, sono un passo avanti rispetto agli intellettuali occidentali che presumono che la realtà - che viene spesso usata come sinonimo di verità - sia conoscibile attraverso la ragione.
Lo stregone afferma che tutto ciò che è conoscibile attraverso la ragione è il nostro processo pensante, ma che è soltanto comprendendo il nostro essere totale, al suo livello più sofisticato e complesso, che possiamo finalmente cancellare i limiti con cui la ragione definisce la realtà.
lsidoro Baltazar mi spiegò che gli stregoni coltivano la totalità del loro essere. Cioè, gli stregoni non fanno necessariamente una distinzione fra il nostro aspetto razionale e quello intuitivo.
Usano entrambi per raggiungere il livello di consapevolezza che chiamano conoscenza silenziosa, che giace al di là del linguaggio, al di là del pensiero.
Ripetutamente, Isidoro Baltazar enfatizzò che affinché uno sia in grado di rendere silenzioso il proprio lato razionale, deve prima comprendere il suo processo pensante al livello più sofisticato e complesso. Credeva che la filosofia, a partire dal pensiero greco classico, fornisse il modo migliore per gettare luce su questo processo pensante. Non si stancava mai di ripetere che, eruditi e uomini comuni, siamo tuttavia membri ed eredi della nostra tradizione intellettuale occidentale. E questo significa che, indipendentemente dal nostro livello di istruzione e raffinatezza, siamo prigionieri di quella tradizione intellettuale e del modo in cui essa interpreta ciò che è la realtà.
Solo superficialmente, affermava Isidoro Baltazar, siamo propensi ad accettare che quella che chiamiamo realtà è un costrutto determinato culturalmente. E ciò di cui abbiamo bisogno è accettare il più profondamente possibile che la cultura è il prodotto di un lungo processo di cooperazione, altamente selettivo e sviluppato e, per ultimo, ma non meno importante, altamente coercitivo, che culmina in una convenzione che ci preclude altre possibilità.
Gli stregoni si sforzano attivamente di smascherare il fatto che la realtà è dettata e sostenuta dalla nostra ragione; che le idee e i pensieri che originano dalla ragione diventano regimi di conoscenza che prescrivono come viviamo ed agiamo nel mondo; e che su di noi viene esercitata un’incredibile pressione affinché certe ideologie vengano accettate.
Enfatizzò che gli stregoni sono interessati a percepire il mondo in modi diversi da quelli culturalmente determinati. Ciò che è culturalmente determinato è che le nostre esperienze personali, sommate a un accordo sociale condiviso su ciò che i nostri sensi sono capaci di percepire, dettano quello che percepiamo.
Qualunque cosa sia fuori da questo regno di percezione sensorialmente convenzionale, viene automaticamente incapsulato e scartato dalla mente razionale. In questo modo, la fragile coltre delle convinzioni umane non viene mai danneggiata.

Gli stregoni insegnano che la percezione avviene in un posto esterno al regno sensoriale.
Gli stregoni sanno che esiste qualcosa di più vasto rispetto a ciò che abbiamo stabilito che i nostri sensi possono percepire.
La percezione avviene in un punto esterno al corpo, al di fuori dei sensi, dicono. Ma non è sufficiente credere semplicemente a questa premessa.
Non è solo questione di leggere qualcosa su di essa o di sentirne parlare da qualcun altro.
Per farla propria, bisogna sperimentarla.
Isidoro Baltazar disse che gli stregoni si sforzano attivamente, per tutta la vita, di rompere quella fragile coltre delle convinzioni umane.
Tuttavia, gli stregoni non si tuffano ciecamente nell’oscurità. Sono preparati. Sanno che ogni volta che saltano nell’ignoto hanno bisogno di avere un lato razionale ben sviluppato. Soltanto allora saranno in grado di spiegare e dare un senso a qualunque cosa potrebbero portare dai loro viaggi nell’ignoto.

(Essere nel sogno, F. Donner Grau)